domenica 31 ottobre 2010

Televisione in camera dei ragazzi? No grazie!

Ci dispiace... questo post sarà odiato da molti ragazzi. Ma le evidenze scientifiche vanno tenute in considerazione. E sembra sempre più chiaro che tra i ragazzi con tv in camera ci sia un'alta percentuale di sedentari... ragazzi propensi a trascorrere ore di fronte alla tv a discapito della salutare attività fisica e a lungo andare... ragazzi che dovranno fare i conti con sovrappeso e obesità.
I dati nazionali sono allarmanti: un bambino su due ha la tv in camera.
E i problemi collegati al troppo tempo di fronte agli schermi (non solo della televisione ma anche del computer) sembrano non esaurirsi con il sovrappeso e l'obesità.
Un recente articolo scientifico pubblicato sulla rivista Pediatrics dimostra che l'eccesso nell'utilizzo di tv e pc sarebbe correlato a maggiori difficoltà psicologiche (leggi qui).
Il messaggio di prevenzione è chiaro: cerchiamo di limitare il tempo che i nostri figli spendono davanti alla televisione e al computer, nella consapevolezza che si tratti di tempo perso e, soprattutto, dannoso.

sabato 30 ottobre 2010

O si guida o si telefona...

Il messaggio di questo video è chiaro. Peccato che non sia ascoltato dai più.
L'invito è quello di guardare il video, riflettere e modificare i comportamenti che possono arrecare danno a se stessi e agli altri.

mercoledì 27 ottobre 2010

Healthfinder.gov


Ricordate il famoso detto... "Una mela al giorno...".
In realtà sono molte di più le azioni quotidiane che possono concorrere al nostro livello di benessere. E quando si prendono decisioni sulla propria salute è importante sapere dove andare a prendere informazioni attendibili e aggiornate.
Un sito governativo degli Stati Uniti, healthfinder.gov, presenta un’ampia gamma di argomenti di salute, selezionati da oltre 1600 organizzazioni governative e no-profit con il principale obiettivo di offrire strumenti e indicazioni per rimanere in salute.
Vai al sito: healthfinder.gov (materiale principalmente in inglese)

OKkio alla Salute 2010

A Roma, il 12 ottobre scorso sono stati presentati i dati della nuova rilevazione collegata al progetto nazionale "OKkio alla Salute".

Nel corso del 2010 sono stati misurati oltre 42.000 bambini della terza classe delle scuole primarie. Permane alta la prevalenza del sovrappeso (23%) e dell’obesità (11%) e si continuano a rilevare comportamenti non salutari:
- il 9% dei bambini salta la prima colazione e il 30% non la fa adeguata;
- 1 bambino su 4 non mangia quotidianamente frutta e verdura;
- circa il 50% consuma bevande zuccherate o gassate nell’arco della giornata;
- 1 bambino su 5 pratica sport per non più di un’ora a settimana;
- 1 bambino su 2 ha la TV in camera.
I genitori, inoltre, non sempre hanno una percezione corretta dello stato ponderale del proprio figlio: tra le madri di bambini in sovrappeso o obesi, il 36% ritiene che il proprio figlio non sia in eccesso ponderale

Zoom8

Il 12 ottobre a Roma sono stati presentati i dati di Zoom8, uno studio di approfondimento rispetto alle tematiche indagate attraverso l'indagine Okkio alla Salute.
Dalla valutazione dei dati più interessanti dello studio emerge che:
• circa il 70% dei bambini non ha l’abitudine di andare a scuola a piedi;
• il 27% dei bambini gioca per più di due ore al giorno all’aria aperta, nei giorni feriali;
• il tempo trascorso dai bambini giocando all’aperto è correlato alla sicurezza dell’ambiente intorno all’abitazione e alla mancanza di strutture adeguate, specie al Sud;
• per i genitori, la principale fonte di informazione su una corretta alimentazione è rappresentata dai pediatri e da altri operatori sanitari; si evidenziano livelli di conoscenza maggiori al Nord e tra i genitori con elevato titolo di studio;
• per migliorare il benessere dei propri figli, i genitori suggeriscono di ridurre la pubblicità sugli alimenti confezionati, di aumentare le ore di attività fisica svolte a scuola e di potenziare le strutture sportive pubbliche.

HBSC 2010

Il 12 ottobre a Roma sono stati presentati i dati dello studio multicentrico promosso dall’OMS denominato Health Behaviour in School-aged Children, meglio noto con l'acronimo HBSC. Si tratta di uno studio finalizzato a raccogliere dati sui comportamenti relativi alla salute in età pre-adolescenziale (11-15 anni). Lo studio realizzato in collaborazione tra l’ISS, le Università di Torino, Padova e Siena, ha coinvolto per la prima volta tutte le Regioni.
Per quanto riguarda i ragazzi tra gli 11 e i 15 anni, la raccolta dati condotta nel 2009-10 su 77.000 ragazzi indica tra l’altro:
• Una diminuzione della prevalenza di sovrappeso e obesi che va dal 29% nei ragazzi e dal 20% nelle ragazze undicenni, al 26% nei maschi e al 12% nelle femmine di 15 anni;
• lo svolgimento di minore attività fisica tra i ragazzi di 15 anni (48% dei maschi e 27% delle femmine) rispetto ai tredicenni (51% dei maschi e 34% delle femmine);
• il 40% dei maschi e il 24% delle femmine di 15 anni dichiara di consumare alcol almeno una volta a settimana;
• il 19% dei quindicenni (maschi e femmine) dichiara di fumare almeno una volta a settimana.

Rapporto Caritas/Migrantes: pubblicato il dossier statistico 2010

È stato pubblicato il dossier statistico 2010 sull'immigrazione Caritas/Migrantes. Quest'anno la pubblicazione, curata dalla Caritas in collaborazione con la fondazione Migrantes, compie vent'anni.
Nelle considerazioni sul dossier e sull'immigrazione il dato più significativo è riferito alle stime relative alla presenza degli immigrati in Italia. All’inizio del 2010 l’Istat ha registrato 4 milioni e 235mila residenti stranieri, ma, secondo la stima del Dossier, includendo tutte le persone regolarmente soggiornanti seppure non ancora iscritte in anagrafe, si arriva a 4 milioni e 919mila (1 immigrato ogni 12 residenti). L’aumento dei residenti è stato di circa 3 milioni di unità nel corso dell’ultimo decennio, durante il quale la presenza straniera è pressoché triplicata, e di quasi 1 milione nell’ultimo biennio.
Di fronte a questi numeri è evidente l'urgenza: anche la Prevenzione, perchè sia efficace, deve cominciare a "parlare straniero".

martedì 26 ottobre 2010

PNP 2010-2012

Questo è un acronimo che pervade i miei pensieri da mesi. PNP significa "Piano Nazionale della Prevenzione". Si tratta, per chi non lo sapesse, di un documento strategico molto importante. Il primo PNP fu pubblicato nel 2005. A seguito della sua pubblicazione le Regioni italiane adottarono i propri Piani Regionali di Prevenzione e le azioni previste da questi piani sono state implementate nel triennio 2005-2007 e nel biennio successivo, fino al 2009.
Dal mese di maggio del corrente anno è stato formalizzato il nuovo Piano Nazionale della Prevenzione, il PNP 2010-2012:
I parte: La Medicina predittiva
II parte: La Prevenzione universale
III parte: La Prevenzione nella popolazione a rischio
IV parte: La Prevenzione delle complicanze e recidive di malattia

Nelle prossime settimane torneremo frequentemente sull'argomento perchè in questi ultimi tempi le Regioni italiane stanno lavorando alacremente sui nuovi Piani Regionali di Prevenzione che dovranno essere completati, sulla base del PNP, entro il 31 dicembre 2010.
Buon lavoro a tutti gli operatori (compreso il sottoscritto) impegnati sul fronte dell'elaborazione dei Piani di Prevenzione!

sabato 23 ottobre 2010

Si può prevenire la morte in culla?

SIDS è l'acronimo peggiore che esista al mondo. Significa "Sudden Infant Death Syndrome" ed è meglio conosciuta come sindrome della morte improvvisa del lattante. Quando un piccolo bambino (generalmente tra il mese e l'anno di età) muore improvvisamente si può parlare di SIDS quanlora sia possibile escludere, (attraverso autopsia e analisi accurate dello stato di salute del bambino e delle circostanze della sua morte), tutte le altre cause note per spiegare il decesso del neonato, da malformazioni a eventi dolosi (purtroppo accade che molte presunte SIDS siano conseguenti a maltrattamenti).
La Sids ha una più elevata probabilità di verificarsi quando sussistono alcune condizioni e comportamenti da parte delle madri, dei padri e delle persone che curano i neonati. Tra i principali fattori di rischio si riconoscono:
• far dormire il bambino in posizione prona, ossia sulla pancia
• far dormire il bambino su materassi, cuscini e piumini soffici e avvolgenti
• esposizione del feto e del neonato al fumo.
• giovanissima età della madre e assenza di un percorso di assistenza adeguata nel periodo pre e post natale
• nascita prematura o basso peso alla nascita
• presenza di infezioni respiratorie

La prevenzione comincia dal dormire in posizione corretta…
Nel corso di indagini e studi numerose azioni e comportamenti sono stati associati a un ridotto rischio di manifestazione della Sids. Non essendo possibile individuare i bambini a maggior rischio di Sids, le campagne di prevenzione sono rivolte a tutta la popolazione. In particolare, ai genitori si raccomanda di:
• far dormire i propri bambini sulla schiena, in posizione supina
• non fumare durante la gravidanza e dopo la nascita del bambino
• coprire il bambino con coperte che rimangano ben rimboccate e che non si spostino durante il sonno, coprendo il viso e la testa del neonato
• non utilizzare cuscini soffici, o altri materiali che possano soffocare il bambino durante il sonno
• allattare al seno il bambino nei primi sei mesi di vita. E’ stato dimostrato che una immunizzazione corretta riduce il rischio di Sids
• far dormire il bambino in un ambiente a temperatura adeguata, né eccessivamente caldo né troppo freddo, e con sufficiente ricambio di ossigeno
• limitare la co-presenza del bambino nel letto con altre persone durante il sonno. Casi di Sids si sono verificati per soffocamento del bambino da parte della madre o del padre durante il sonno.
(Fonte: EpiCentro)

Mi preme particolarmente segnalare una meravigliosa Onlus, nata per assistere in tempi rapidi le famiglie colpite da questo terribile lutto ma anche per diffondere i pochi elementi di prevenzione attualmente noti. L'associazione è Semi per la Sids.
Degni di nota i contributi (leggi qui e qui) che quest'anno sono stati presentati dall'associazione in Australia, dove si è tenuta la 11° Conferenza di SIDS International, ente che raggruppa le associazioni di Genitori SIDS di tutto il mondo.
Interessante la brochure "A proposito della morte in culla del lattante".
Infine consiglio le testimonianze, scritte direttamente dai genitori che hanno perso i propri bambini per via della SIDS, ma avviso: per "stomaci forti".

venerdì 22 ottobre 2010

Emergenza rifiuti 2

Ci risiamo. in Campania è nuovamente emergenza rifiuti.
Tra disordini e promesse riteniamo opportuno riproporre all'attenzione degli interessati un eccellente documento presentato dall'Associazione Italiana di Epidemiologia nel maggio del 2008. Si tratta della posizione ufficiale dell'AIE sul rapporto tra rifiuti e salute.
I contenuti del "position paper" sono riportati in sintesi nelle pagine di EpiCentro.
Dalla valutazione delle conoscenze disponibili in letteratura scientifica emerge che lo smaltimento dei rifiuti è certamente fonte di problemi economici, ambientali, sociali e sanitari, oltre che di preoccupazioni e tensioni nella popolazione che abita vicino agli impianti di trattamento. Punti focali di una politica centrata sulla prevenzione devono essere la riduzione della produzione di rifiuti, la razionalizzazione degli imballaggi e poi raccolta differenziata, riciclaggio, riuso e recupero dei materiali.
In merito ai rischi per la salute idati della letteratura scientifica non consentono affermazioni conclusive. Tuttavia, indicano che i rischi maggiori si associano alla presenza di discariche illegali, impianti di incenerimento obsoleti, siti di abbandono, combustioni incontrollate di rifiuti. Si può inoltre affermare che le discariche controllate di rifiuti solidi urbani non comportano un rischio per l’ambiente e per la salute delle popolazioni che vivono nei pressi degli impianti e che la concentrazione di sostanze tossiche nelle emissioni dei nuovi impianti è molto bassa. Non è stata osservata un’associazione tra aumento del rischio per la salute pubblica e l’incenerimento dei rifiuti effettuato con le migliori tecnologie disponibili.

Leggi la sintesi del documento AIE.
Leggi il documento dell'AIE "Trattamento dei Rifiuti e Salute. Posizione dell’Associazione Italiana di Epidemiologia".

Fumare fa male... molto male

Lo sanno tutti, il fumo fa male. Gli inglesi lo hanno comunicato in modo forte e chiaro, con una campagna informativa dai toni decisamente accesi. Del resto il problema è serio e merita di essere trattato. Talvolta si perde il senso delle cose. Allora si fa un gran parlare di rischi irrisori per la salute delle persone e si dimenticano rischi tangibili ed estremamente seri: il fumo di tabacco, per esempio, un vero e proprio killer che uccide indisturbato, in quella che definirei una “semi indifferenza generalizzata”.
Si comincia a fumare per emulazione, per sentirsi parte di un gruppo, per gioco o per curiosità. Si prosegue per divertimento, per noia o perché fumare piace. Ci si ritrova nella più totale dipendenza, e per alcuni la sigaretta diviene una vera e propria droga, impossibile vivere senza. Si finisce morti stecchiti.
E tra gli operatori sanitari, medici in primis, che dovrebbero conoscere molto bene i rischi collegati al fumo di tabacco, c’è un’alta percentuale di fumatori: il colmo!
A cosa stiate pensando mentre leggete queste righe: alcuni approveranno il parlare "duro"; altri avranno abbandonato la lettura mandandoci diretti a “quel paese”; altri ancora penseranno al “famoso nonno”, quello che ha fumato fino a 90 anni ed è morto di vecchiaia… (perché dunque dovrebbe succedere qualcosa a me?).
Il consiglio è quello di non scherzare con il "fuoco"... smettere finchè si è in tempo!






NFL in rosa per la prevenzione


Nel campo della prevenzione gli USA sono sempre un passo avanti.
Settembre è stato il mese della prevenzione del tumore della mammella... ed ecco che le istituzioni sanitarie riescono a definire un accordo con l'NFL (Nationale Football League). I giocatori di Football Americano (prestigiosi in America come da noi i giocatori di calcio) sono scesi in campo con almeno un indumento rosa. Si tratta di una campagna di sensibilizzazione per dare enfasi all'importanza di sottoporsi allo screening mammografico.
Lodevole iniziativa che l'NFL spiega così... buona visione!

mercoledì 20 ottobre 2010

Una tassa per la salute?

In occasione del Congresso dell'European society for medical oncology (Esmo) gli oncologi italiani hanno chiesto di aumentare di un euro il prezzo di ogni pacchetto di sigarette e di ogni seduta con lampade abbronzanti. Una sorta di "tassa per la salute" per dissuadere consumatori, soprattutto giovani, da abitudini che aumentano il rischio di tumore polmonare e di melanoma, e per arrivare a raccogliere 4,5 miliardi di euro l'anno, da destinare a potenziare gli organici delle oncologie italiane e a ridurre le liste d'attesa, con investimenti soprattutto nelle strutture del sud.
Siamo stati un modello con la legge antifumo del 2005, possiamo esserlo anche per l'introduzione di questo provvedimento che darebbe effetti immediati soprattutto sui giovani» afferma Carmelo Iacono, presidente dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). Secondo gli esperti le campagne di prevenzione non bastano, «è necessario andare a "toccare le tasche" dei cittadini, nessuna misura è più valida»
(Fonte: DoctorNews33, 11 ottobre 2010).
La richiesta degli oncologi italiani è pienamente condivisa dal "mondo" della Prevenzione. Aumentare il costo dei pacchetti di sigarette è, nei fatti, una pratica la cui efficacia è indiscutibile: si sa anticipatamente che se un pacchetto di sigarette costasse un euro in più, si avrebbe una ricaduta pratica... che tradotto significa "riduzione della percentuale dei fumatori", specialmente dei più giovani.
La nota stonata è l'affermazione secondo cui gli esperti avvertirebbero che "le campagne di prevenzione non bastano". In questa affermazione è insita una visione riduttiva della prevenzione. Chi scrive ignora probabilmente che aumentare il costo dei pacchetti di sigarette è una misura preventiva. In questo caso si tratta di prevenzione fatta attraverso una decisione di politica sanitaria... nulla a che vedere con le campagne informative che forse, nell'immaginario collettivo, si associano al termine "prevenzione".

martedì 19 ottobre 2010

Cos'è la prevenzione?

In passato ho tentato di rispondere a questa domanda facendo l'esempio concreto di cosa sia operativamente la prevenzione. In questo giorno speciale, giorno in cui P360 è messo in condivisione con il mondo intero*, tenterò di dare una risposta un po' più semplice.

Il termine "prevenzione" è generalmente utilizzato per definire qualsiasi atto finalizzato a ridurre la possibilità che un evento, generalmente indesiderato, si verifichi.
In medicina quando si parla di prevenzione si fa riferimento alle attività che riducono gli esiti negativi di una certa patologia: in gergo tecnico si parla di riduzione di morbosità (la frequenza con cui una malattia si presenza nella popolazione) e di mortalità (la frequenza con cui la malattia inquestione conduce al decesso dell'ammalato).
Esistono tre livelli di prevenzione, che agiscono in momenti diversi:
1. Prevenzione primaria: azioni finalizzate alla riduzione dell'insorgenza di una condizione o malattia. Esempio di prevenzione primaria sono le vaccinazioni; altro esempio di prevenzione primaria è rappresentato dalle campagne antifumo;
2. Prevenzione secondaria: azioni finalizzate a consentire la diagnosi precoce di una malattia già in atto, permettendo così di intervenire sulla stessa negli stadi iniziali, evitandone la progressione e riducendone gli effetti negativi per la salute. L'esempio più classico di prevenzione secondaria è quello degli screening oncologici (ad esempio il Pap test per la prevenzione dei tumori del collo dell'utero o la mammografia per la prevenzione dei tumori della mammella);
3. Prevenzione terziaria: azioni finalizzate a ridurre l'impatto negativo di una patologia avviata, ripristinando le funzioni, riducendo il rischio di complicanze e probabilità di recidive. Esempio di prevenzione terziaria sono le azioni finalizzate a ridurre le complicanze del diabete. Questo tipo di prevenzione sconfina spesso nella terapia (nel caso dell'esempio potremmo pensare alla dieta insulinica per il mantenimento di un corretto profilo glicemico).
In ultimo non dimentichiamo che, specie tra gli addetti ai lavori, con il termine "prevenzione" si fa spesso riferimento alle strutture tecnico-operative dei sistemi sanitari che si occupano di progettare, attivare, governare le azioni preventive sul territorio in cui operano. Si tratta generalmente dei Dipartimenti di Prevenzione che sono per norma costituiti da vari Servizi, tra i quali il Servizio Igiene e Sanità Pubblica (SISP... è in uno di questi Servizi che lavoro), il Servizio di Igiene degli Alimenti e Nutrizione (SIAN) e il Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPSAL). Ai servizi sanitari che si occupano di prevenzione è indicativamente destinato dal 3 al 5% del fondo sanitario.

* Ho creato il blog alcuni mesi fa ma senza impegnarmi concretamente per renderlo fruibile. Così ho deciso di dare accesso al blog solo dopo aver messo ordine... Sono passate settimane e settimane e solo tre giorni fa ho ripreso in mano P360, con l'intento di procedere alla sua pubblicazione ufficiale. Oggi, 19 ottobre 2010, ho finalmente reso pubblico il blog.

lunedì 18 ottobre 2010

Efficacia dei messaggi intimidatori per la prevenzione degli incidenti stradali

Nel 2008 Sabina Cedri e Cinzia Cedri, del Dipartimento di Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria dell'Istituto Superiore di Sanità, hanno pubblicato l'interessante Rapporto Istisan denominato "Sicurezza stradale: gli effetti della comunicazione intimidatoria sulla prevenzione degli incidenti".
Di seguito riportiamo la sintesi del lavoro:
Le comunicazioni tramite fear appeal sono tuttora ampiamente utilizzate, anche se la ricerca in questo campo non ha portato a conclusioni chiare e definitive sulla loro efficacia. Molti degli studi condotti hanno preso in considerazione le più diverse tematiche di prevenzione, mentre il presente lavoro si focalizza sugli effetti dei messaggi intimidatori per la prevenzione degli incidenti stradali. Oltre alla paura, tali messaggi suscitano ansia, disgusto, depressione, senso di colpa. E potrebbero essere proprio questi stati d’animo a causare il cosiddetto “effetto boomerang”. La maggior parte dei lavori considerati dimostrano poi un effetto positivo in relazione agli atteggiamenti, per cui ad un maggior livello di paura corrisponde un cambiamento di atteggiamento nei confronti degli incidenti stradali. Esistono invece pochi studi che hanno analizzato l’efficacia di tali messaggi sui comportamenti, e tali studi presentano risultati discordanti. Il presente lavoro dimostra quindi una certa efficacia dei fear appeal sulla prevenzione degli incidenti stradali, quantomeno nel cambiamento di atteggiamento, anche se si devono considerare alcuni fattori limitanti che fanno riflettere sulla necessità di condurre studi focalizzati, ad esempio, sulle diverse componenti del messaggio intimidatorio.

Dunque i messaggi intimidatori, i video shock, le testimonianze forti sono efficaci nel prevenire incidenti stradali? La risposta sembrerebbe "forse sì ma con alcune riserve".
Il problema è insito nella distanza, in senso lato, che intercorre tra messaggio preventivo e esito desiderato. Nel caso, ad esempio, della guida in stato di ebrezza e degli incidenti stradali si potrebbe declinare il problema in questo modo:
- conoscenze: so che non si può guidare dopo aver bevuto
- atteggiamenti: penso sia giusto non mettersi alla guida dopo aver bevuto
- comportamenti: dopo aver bevuto non guido mai
Ed ecco il problema di gran parte delle strategie educative che vengono messe in campo nel tentativo di prevenire la guida in stato di ebrezza: si riesce ad ottenere buoni risultati in merito a conoscenze e atteggiamenti, ma pochissimi studi sono in grado di stabilire quanto una campagna preventiva riesca ad incidere sui comportamenti. Eppure è sui comportamenti che si deve incidere.
Quando l'argomento di discussione è così importante e delicato riteniamo che anche la modifica di conoscenze e atteggiamenti sia particolarmente importante. E ci auguriamo per questo che sempre più frequentemente si comunichino, anche in maniera forte, messaggi di prevenzione che potrebbero salvare qualche vita.
Purtroppo in Italia si è scelta la linea "soft" e i cosiddeti "fear appeal", i messaggi dal contenuto realistico e scioccante, non sono quasi mai utilizzati a scopo preventivo. P360 va contro tendenza e periodicamente (quando il web ce ne darà l'occasione) pubblicheremo video, immagini, messaggi forti.
Cominciando con la storia di Jaqueline Saburido, che molti di noi ricorderanno.
Questi video ci facciano riflettere.



Prevenzione degli incidenti domestici

Gli incidenti domestici non sono eventi di scarso rilievo. Si verificano di frequente e sono fra le principali cause di morte nei bambini. Assieme ai bambini i soggetti più a rischio sono le donne (specie se casalinghe), gli anziani e i disabili.
Così come le malattie, anche gli incidenti domestici possono essere prevenuti. Diverse sono le iniziative di prevenzione a livello istituzionale. Le più efficaci sembrano essere quelle che considerano approcci multipli: campagne di informazione e di educazione (verso anziani, bambini, genitori), formazione di operatori sanitari volta all’acquisizione di competenze per la rilevazione della sicurezza degli ambienti domestici, fornitura a basso costo di dispositivi di sicurezza (maniglie antiscivolo, spie antincendio), ecc.
Il Nuovo Piano Regionale della Prevenzione (PRP 2010-2012) prevede che le Regioni intervengano, se ritenuto opportuno, anche sulla tematica "incidenti domestici", atttraverso la predisposizione e l'implementazione di progetti strutturati. Mi auguro che ben presto in tutta Italia si faccia qualcosa di tangibile. Nel frattempo il mio consiglio ai genitori preoccupati è di non rimanere con le mani in mano e provvedere ad informarsi, a comprendere le logiche della prevenzione e a prendere tutte le possibili precauzioni possibili per evitare che la casa si trasformi nello scenario di un incubo.
Letture utili:
EpiCentro. Argomenti di salute: Incidenti domestici;
Infortuni domestici: ASL Brescia;
Regione Lombardia: Ricordati di proteggerlo;
Regione Lombardia: Consigli senza età (prevenzione degli incidenti domestici tra gli anziani);
Emilia Romagna: "Casa salvi tutti";
Proprio di quest'ultimo progetto si segnala il materiale informativo veramente ben fatto. In particolare merita tutta l'attenzione possibile la check list per verificare se siano seguite le principali misure di prevenzione. Si tratta di un interessante strumento che consente di verificare se sussistano rischi domestici e aiuta nel suggerire le relative azioni di prevenzione. Consiglio di stampare la check list e di utilizzarla periodicamente.
Buona Lettura e... non sottovalutiamo i rischi che la casa nasconde!

domenica 17 ottobre 2010

Ricomincio da dove ho lasciato...

Non posso evitare di dedicare il primo post tecnico ad un argomento che mi sta a cuore: quello delle pandemie influenzali.
Per anni (dal 2006) sono stato professionalmente impegnato nelle azioni di preparazione e risposta alla pandemia influenzale da parte della Sanità Pubblica.
la mia esperienza è stata riversata in un blog: PandemItalia.
PandemItalia è stato creato nell'aprile del 2007 e poco più di due mesi fa ha chiuso i battenti.
Ovviamente PandemItalia rimarra nel web, disponibile a tutti coloro vogliano approfondire la complessa tematica delle pandemie influenzali.
Qui ripropongo alcuni post che considero particolarmente importanti... buona lettura a tutti:

- Pandemia influenzale molto... ma molto semplificata
- Prendersi cura di un malato in casa
- La mancata pandemia del 1976
- Una Regione che non molla!

- Sandman sulla strategia italiana di comunicazione

Gli argomenti di P360

In questo blog si affronteranno molte questioni.
Non riporteremo solo notizie ma cercheremo, laddove possibile, di approfondire gli argomenti di discussione con analisi tecniche, opinioni o spiegazioni che abbiano finalità divulgative.
Provo ad elencare alcune delle aree di intervento che interesseranno il blog:
prevenzione delle malattie infettive;
vaccinazioni;
promozione della salute;
educazione sanitaria;

salute e ambiente;
lotta al fumo;
promozione dell'attività fisica;
preparazione alle emergenze;
sicurezza sui luoghi di lavoro;
sicurezza stradale e domestica;
prevenzione dei tumori...

in una parola: prevenzione a 360 gradi.

Gli obiettivi di P360

Gli obiettivi di P360?
Ho già accennato qualcosa nel post di apertura ma qui vorrei essere più chiaro.
Lavoro ogni giorno nel mondo della prevenzione e per la prevenzione. Questo blog nasce dal desiderio di diffondere la cultura della prevenzione.
Scrivere di prevenzione per far conoscere la prevenzione italiana, per diffondere notizie e informazioni sulle migliori pratiche preventive, per approfondire gli argomenti di prevenzione e "costringermi" a rimanere aggiornato...
Con tutte queste cose in testa… si comincia!

Una nuova avventura!

È tempo di ricominciare a scrivere.
Qualcuno mi conosce già? Forse per rapporti personali, forse perché sono il creatore del blog PandemItalia attraverso il quale nell’aprile 2007 decisi che mi sarei occupato di pandemie influenzali con l’unico scopo di informare correttamente e di divulgare buone pratiche di preparazione e risposta ad una eventuale pandemia. Da quel giorno è passato tanto tempo, il tempo sufficiente perché potesse emergere una pandemia influenzale: il nuovo virus influenzale A/H1N1 è stato per la prima volta isolato nell’aprile del 2009 e nel giro di due mesi si è diffuso in oltre 200 Paesi dando luogo alla prima pandemia influenzale del nuovo millennio. La pandemia influenzale è stata dichiarata l’11 giugno 2009 dall’OMS e da quel momento il nuovo virus influenzale ha fatto i danni che ci si attendeva: un eccesso di casi di malattia e un eccesso di mortalità ma non solo, anche un sistema di risposta all’emergenza incapace di gestire gli aspetti comunicativi della pandemia con una serie di dannose conseguenze per il consenso e la fiducia nei confronti delle istituzioni sanitarie. In quel periodo ho avuto modo di occuparmi in prima persona della risposta alla pandemia influenzale, ma a livello regionale. Chi vuole non farà difficoltà a reperire on line materiale della Regione Marche che testimonia il mio impegno (come quello di tanti altri operatori) ai tempi della pandemia.
Stanchissimo per il lavoro svolto e nauseato perché quel lavoro non è stato in alcun modo riconosciuto ho vissuto, come logica conseguenza, l’irrefrenabile desiderio di abbandonare tutto e così ho fatto: contemporaneamente alla dichiarazione della fine della pandemia influenzale e del passaggio alla fase post-pandemica ho dichiarato che non mi sarei più occupato di pandemie influenzali e così è terminata l’esperienza di PandemItalia.
Da qualche settimana non aggiorno più i miei blog. Lungi dall’essere insanabile perdita di desiderio di scrivere; si è trattato di un periodo di riflessione nel quale ho fatto altro: ho dedicato tempo a Giacomo, il mio figlioletto di un anno e poco più; ho lavorato sul campo a progetti complessi (vedi Piano Regionale di Prevenzione 2010-2012 di cui avremo modo di parlare più approfonditamente); ho ricominciato a suonare con il mio gruppo dando spazio (perché no?) anche agli hobby.
Ed ora è giunto il tempo di tornare a scrivere.
Scrivere di prevenzione a trecentosessanta gradi. Ecco spiegato il motivo di questo blog.
Non aggiungo altro perché solo nel tempo capirò pienamente che cos’è “Prevenzione 360”. Ora mi limito a cominciare un lavoro che spero possa accompagnarmi, senza interruzioni, nel corso degli anni.